Se c'è una cosa che i "dinosauri" (le storiche grandi case automobilistiche) possono invidiare a Tesla è l'eccezionale facilità con cui ha saputo insediarsi in Cina.
Il regime cinese ha sempre preteso che i marchi europei ed americani che volevano vendere e produrre in Cina, dovevano trovarsi un partner locale. Tutti meno che Tesla. Cosa abbia potuto offrire Musk per conquistare i vertici della burocrazia cinese, rimane per me un mistero.
La notizia di oggi è che pare questo rapporto si stia un po' incrinando.
Contemporaneamente Tesla China diffonde un'intervista, realizzata con un'emittente statale, di autocelebrazione di Tesla in chiave patriottica (cinese, ovviamente).
L'apice (si fa per dire) si raggiunge al minuto 4'40", dove si spiega che le radici della velocità di realizzazione tipiche di Tesla sono da ricercarsi nel "suolo" locale che si riconosce nel motto: "metti la famiglia da parte, lavora giorno e notte".
Ulteriori spunti di riflessione:
- Pochi mesi fa Jack Ma, il miliardario di Alibaba, sparisce misteriosamente dalla scena pubblica e la quotazione in borsa della sua ANT viene sospesa. L'ipotesi è che alcune sue dichiarazioni al sistema bancario cinese non sono state gradite al regime.
- A gennaio Tesla si è sorprendentemente messa in cassa l'equivalente di 1.5 miliardi di dollari in bitcoin.
Difficile capire quale sia precisamente il vantaggio a detenere bitcoin per Tesla. Ma mettiamola così: un'azienda seriamente legata ad un paese noto al mondo per il suo stretto controllo sui capitali, ha investito in una moneta che ha l'intrinseca caratteristica di non poter essere in alcun modo bloccata o controllata dagli stati.