Autonomia e peso, i grandi limiti delle batterie, non sembrano essere problemi che impensieriscono gli utilizzatori di trattori. D'altronde già con il gasolio sono attrezzati per farsi il pieno nella propria azienda agricola ed i pesanti pacchi batteria possono essere addirittura utili ad avanzare il baricentro del mezzo.
L'elevata coppia ai bassi regimi, tipica dei motori elettrici, è esattamente ciò che serve per un mezzo di questo tipo. Ma è l'assenza di emissioni probabilmente il vantaggio maggiore. L'agricoltore passa gran parte delle sue giornate lavorative a stretto contatto con gli scarichi del trattore, che si muove a basse velocità, o molto spesso è fermo con motore acceso (per far funzionare pompe, attrezzi vari o semplicemente perché per motori così grossi lo start & stop non ha senso). Inoltre spesso le aziende agricole già producono in proprio energia elettrica da rinnovabili.
Sembra quindi che sussistano tutte le condizioni per la transizione all'elettrico e...invece ancor oggi il mercato è dominato dal diesel. C'è qualche modello a trazione elettrica, realizzato dalle case produttrici sulla base di analoghi modelli diesel (FENDT e100 in foto), qualche prototipo accattivante che conquista i suoi 15' di gloria, ma niente di più. Per ora pare che un nuovo trattore elettrico per uso agricolo, avrebbe costi troppo elevati per imporsi sul mercato.
Anche per le macchine movimento terra pro e contro sono molto simili. Nonostante ciò - proprio come per i trattori - la quota dell'elettrico rimane sempre estremamente minoritaria. Qualche proposta si vede in due specifici sotto settori:
Sembra quindi che sussistano tutte le condizioni per la transizione all'elettrico e...invece ancor oggi il mercato è dominato dal diesel. C'è qualche modello a trazione elettrica, realizzato dalle case produttrici sulla base di analoghi modelli diesel (FENDT e100 in foto), qualche prototipo accattivante che conquista i suoi 15' di gloria, ma niente di più. Per ora pare che un nuovo trattore elettrico per uso agricolo, avrebbe costi troppo elevati per imporsi sul mercato.
Anche per le macchine movimento terra pro e contro sono molto simili. Nonostante ciò - proprio come per i trattori - la quota dell'elettrico rimane sempre estremamente minoritaria. Qualche proposta si vede in due specifici sotto settori:
- le macchine più piccole, dove sono sufficienti pacchi batterie molto contenute (in foto la "ruspetta"elettrica della Volvo)
- l'estremo opposto, le macchine "enormi". Komatsu, ad esempio sta realizzando il camion da cava elettrico più grande del mondo (in foto). Sarà alimentato da celle a idrogeno (FCEV) con una capacità di 1 MWh.
Si tratta dei muletti.
In questo ambito però la tecnologia delle batterie agli ioni di litio ha come principale competitor le vecchie batterie al piombo che, ad oggi, si stima alimentino 4 muletti ogni 10 venduti nel mondo.
Interessante la presenza anche qui delle celle a combustibile: per alcuni grossi clienti con enormi volumi di carico/scarico interessati a minimizzare i tempi di ricarica dei loro mezzi (qui il caso di Carrefour che ha oltre 200 muletti FCEV), il produttore americano PlugPower fornisce muletti, impianto di produzione e di ricarica idrogeno.
Ricapitolando: anche in questi mercati, da cui sarebbe lecito attendersi una domanda di transizione all'elettrico molto più forte di quella che c'è nel mondo dell'automobile, pur essendoci sforzi delle numerose case produttrici coinvolte, non ci sono soluzioni "Tesla style" che si stanno imponendo nel mercato. Eppure sono mercati che sembrano NON interessare a Elon Musk.
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